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6 Luglio
Vento dal nord

Matilda Colliard, violoncello
Stefano Ligoratti, pianoforte

Johannes Brahms (1833-1897)
Sonata in mi minore per violoncello e pianoforte n. 1, op. 38
I – Allegro non troppo
II – Allegretto quasi Menuetto
III – Allegro
Edvard Grieg (1843-1907)
Sonata per violoncello e pianoforte in la minore, op. 36
I – Allegro agitato
II – Andante molto tranquillo
III – Allegro molto e marcato

Esattamente dieci anni separano le date di nascita e di morte di Johannes Brahms (1833-1897) e di Edvard Grieg (1843-1907). È un periodo in cui l’egemonia tedesca nella musica strumentale sta iniziando a lasciar spazio a scuole nazionali provenienti dalle “periferie” d’Europa: l’Est europeo, il Nord scandinavo, più timidamente anche le aree mediterranee, ancora dominate dalla musica vocale e operistica. Brahms dedicò molta attenzione alla musica da camera, lasciando alcuni dei suoi capolavori assoluti in quest’ambito, e contribuendo in modo determinante al repertorio di tutti i tempi. La Prima Sonata per violoncello, come peraltro anche la seconda, nacque grazie allo stimolo di un amico violoncellista, Josef Gänsbacher, che aveva promosso caldamente Brahms nella Wiener Singakademie. La voce suadente e profonda del violoncello, che Brahms utilizza soprattutto nel registro grave, si presta bene ad esprimere l’intensità espressiva ricercata dal compositore, e a costruire quel densissimo scambio fra gli strumenti coinvolti che costituirà la cifra espressiva caratteristica della produzione cameristica di Brahms. Fra i tanti punti notevoli di questa Sonata, va ricordata la scrittura severa, ma non per questo priva di passione, che segna il Fugato del movimento conclusivo. Anche la Sonata di Grieg deve la sua esistenza a un altro violoncellista dilettante, John Grieg, fratello del compositore. Si tratta di un capolavoro che lo stesso musicista amava molto, tanto da eseguirlo in prima assoluta con il grande virtuoso Ludwig Grützmacher e riprenderla poi costantemente, fino all’ultimissimo concerto con Pablo Casals. I tre movimenti si alternano con una grande varietà di situazioni musicali: dall’esuberante espressività del primo, all’eloquio intenso e appassionato del secondo, all’andamento popolaresco ed evocativo del folklore nordico del terzo movimento.